domenica 21 ottobre 2018

Cintura si, cintura no Vol 6

Continua la saga del dibattito sulle cinture...
Mi capita spesso in aula di parlare dei maggiori danni che subiscono i passeggeri delle autovetture quando sono seduti sui sedili posteriori e in assenza delle cinture di sicurezza.
In questo video è davvero interessante vedere non solo come il passeggero seduto dietro venga proiettato in avanti, ma anche come, una volta che ha colliso con il sedile anteriore, rimbalzi verso l'alto colpendo violentemente con la testa il tetto della vettura.
Cosa intendo quando dico che il corpo del passeggero viene proiettato in avanti e a quale velocità si verifica questa traslazione?
Per essere più chiaro credo sia meglio spiegare la differenza tra velocità reale e velocità relativa. Attenzione non sono un fisico e quindi lo spiego nel modo più elementare possibile.
Per velocità relativa intendo dire che il corpo umano, inserito in una autovettura, mantiene una velocità relativa all'auto di 0 km/h, sostanzialmente il corpo è fermo all'interno della macchina anche se la macchina sta correndo. Ma se la macchina sta procedendo ad una velocità per esempio di 80 km/h e il passeggero non è vincolato alla struttura attraverso la cintura, se si verifica un impatto, il corpo continua la sua corsa alla velocità di 80 km/h, schiantandosi contro il sedile anteriore.
Questo il video in cui si vede la differenza di comportamento del corpo tra l'essere vincolato alla vettura e non esserlo.


martedì 16 ottobre 2018

E ai miei figli chi ci pensa?

Sabato scorso ho tenuto un corso di guida sicura per conducenti di mezzi pesanti. Durante le fasi iniziali del corso un autotrasportatore ha sollevato il problema della formazione di quelli utenti facenti parte del gruppo degli utenti deboli e in particolar modo dei pedoni e ciclisti. Durante la discussione è emerso come spesso pedoni e ciclisti, inconsapevolmente, possano creare situazioni critiche per la circolazione, magari convinti di essere nel giusto o comunque sicuri di non creare alcun pericolo.
In seguito un autotrasportatore mi ha posto la domanda diretta: "chi insegna a mio figlio il modo corretto di comportarsi sulla strada? Io cerco di fare del mio meglio, ma sarei più contento che fosse un esperto a spiegare il corretto comportamento da tenere. Come possono pensare di educare un ragazzo all'età di 18 anni?"
A momenti mi commuovo...
Il problema è reale: è davvero possibile educare un ragazzo al corretto uso della strada, all'importanza del rispetto delle regole all'età di 18 anni e solo se vengono in autoscuola (se studiano da privatisti ci si affida alla sporadica lettura di un testo fatto per il superamento dell'esame)?
È corretto ritenere che una tale formazione debba essere impartita sin dall'età infantile?
Io credo proprio di si; l'educazione deve essere divulgata nelle scuole, in tutte le scuole, in modo continuativo, con lezioni specifiche in base all'età, tenute da personale esperto. 
Secondo l'ultimo rapporto istat sugli incidenti stradali, il costo sociale per le vittime e feriti a seguito di incidenti stradali si aggira sui 19 miliardi di euro. Si avete letto bene. Ora, quando si parla di effettuare lezioni di educazione stradale nelle scuole, la risposta è sempre la stessa: non ci sono soldi. 
Ma avete idea di quante ore di lezione si potrebbero fare con tutti quei soldi?
Si deve investire sulla formazione dei nostri giovani. L'alternativa è continuare a piangerli. 

giovedì 11 ottobre 2018

L'Europa per la Sicurezza Stradale, ma ancora non basta

Chi mi conosce, lo sa, mi piace fare le pulci su ogni commento o articolo che parli di sicurezza stradale. Il nuovo spunto arriva direttamente dalla rivista "Il tergicristallo" mensile dell'Associazione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica (UNASCA) con un articolo, scritto dal nostro "ministro degli esteri" cioè il nostro rappresentante a Bruxelles, Manuel Picardi (Vedi Articolo su "il tergicristallo"). Con Manuel ho avuto modo di confrontarmi in occasione dell'ultimo Consiglio Nazionale Autoscuole a Roma e durante il convegno sulla formazione dei neo conducenti tenutosi a Milano e organizzato dal dipartimento di psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. In entrambe le occasioni ho avuto modo di approfondire la linea che l'Europa intende perseguire per la riduzione delle vittime da incidenti stradali; questa linea sembra non tenere conto della formazione iniziale dei giovanissimi utenti della strada. 
Mi spiego meglio: se da una parte la patente progressiva, già attiva in Austria e Svizzera con ottimi risultati, sembra essere uno strumento più che vantaggioso; se le tecnologie sempre più avanzate sembrano garantire un prezioso aiuto ai conducenti; se le normative sui tempi di guida dei mezzi pesanti hanno portato a risultati più che soddisfacenti, resta comunque allo sbando il tema dell'educazione alla sicurezza stradale negli utenti più giovani.
Il codice della strada, con l'articolo 230, impone la realizzazione di attività di educazione alla sicurezza stradale in tutte le scuole di ogni ordine e grado (vedi articolo 230 C.d.S.) con varie finalità. Ma davvero questo avviene?
Ultimamente mi sono imbattuto sui volti dei miei allievi alla "sconcertante" notizia che non è del tutto vero che il pedone gode sempre del diritto di precedenza e che, lo stesso pedone, quando attraversa la strada senza utilizzare l'attraversamento pedonale, deve concedere la precedenza ai veicoli in transito. E questo è solo un esempio.
Ma ci sono decine di aspetti fondamentali per la sicurezza che gli utenti, in particolare quelli definiti "deboli", dovrebbero conoscere. Per non parlare poi dell'importanza del rispetto delle norme per una circolazione fluida, sicura e a minore impatto ambientale.
Non mi è possibile in questo contento essere più dettagliato su ogni punto delle varie argomentazioni a favore della mia tesi, ma resta di fatto fondamentale che l'educazione alla sicurezza stradale debba essere impartita sin dalla più tenera età a tutti gli utenti della strada.
Nel mio piccolo cerco di fare il possibile: ho da poco presentato un progetto triennale di Educazione alla Sicurezza Stradale alla Giunta Comunale di Mira (VE) e già un istituto scolastico ha aderito al progetto.
Buon lavoro a tutti…