giovedì 11 ottobre 2018

L'Europa per la Sicurezza Stradale, ma ancora non basta

Chi mi conosce, lo sa, mi piace fare le pulci su ogni commento o articolo che parli di sicurezza stradale. Il nuovo spunto arriva direttamente dalla rivista "Il tergicristallo" mensile dell'Associazione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica (UNASCA) con un articolo, scritto dal nostro "ministro degli esteri" cioè il nostro rappresentante a Bruxelles, Manuel Picardi (Vedi Articolo su "il tergicristallo"). Con Manuel ho avuto modo di confrontarmi in occasione dell'ultimo Consiglio Nazionale Autoscuole a Roma e durante il convegno sulla formazione dei neo conducenti tenutosi a Milano e organizzato dal dipartimento di psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. In entrambe le occasioni ho avuto modo di approfondire la linea che l'Europa intende perseguire per la riduzione delle vittime da incidenti stradali; questa linea sembra non tenere conto della formazione iniziale dei giovanissimi utenti della strada. 
Mi spiego meglio: se da una parte la patente progressiva, già attiva in Austria e Svizzera con ottimi risultati, sembra essere uno strumento più che vantaggioso; se le tecnologie sempre più avanzate sembrano garantire un prezioso aiuto ai conducenti; se le normative sui tempi di guida dei mezzi pesanti hanno portato a risultati più che soddisfacenti, resta comunque allo sbando il tema dell'educazione alla sicurezza stradale negli utenti più giovani.
Il codice della strada, con l'articolo 230, impone la realizzazione di attività di educazione alla sicurezza stradale in tutte le scuole di ogni ordine e grado (vedi articolo 230 C.d.S.) con varie finalità. Ma davvero questo avviene?
Ultimamente mi sono imbattuto sui volti dei miei allievi alla "sconcertante" notizia che non è del tutto vero che il pedone gode sempre del diritto di precedenza e che, lo stesso pedone, quando attraversa la strada senza utilizzare l'attraversamento pedonale, deve concedere la precedenza ai veicoli in transito. E questo è solo un esempio.
Ma ci sono decine di aspetti fondamentali per la sicurezza che gli utenti, in particolare quelli definiti "deboli", dovrebbero conoscere. Per non parlare poi dell'importanza del rispetto delle norme per una circolazione fluida, sicura e a minore impatto ambientale.
Non mi è possibile in questo contento essere più dettagliato su ogni punto delle varie argomentazioni a favore della mia tesi, ma resta di fatto fondamentale che l'educazione alla sicurezza stradale debba essere impartita sin dalla più tenera età a tutti gli utenti della strada.
Nel mio piccolo cerco di fare il possibile: ho da poco presentato un progetto triennale di Educazione alla Sicurezza Stradale alla Giunta Comunale di Mira (VE) e già un istituto scolastico ha aderito al progetto.
Buon lavoro a tutti…


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